
ZERO RESIDUI E SPRECO D’ACQUA. VITERESZERO RIVOLUZIONA LA VIGNA
Viticoltura sostenibile, difesa fitosanitaria e misure agronomiche preventive le best practice del progetto de Il Cortiglio, azienda capofila, con l’Università degli Studi del Molise e Gal Irpiniaper ottimizzare i processi produttivi delle aziende vitivinicole.
Parte da Fontanarosa, antica cittadina in provincia di Avellino, l’ambizioso progetto “Vitereszero: come produrre vino senza chimica e spreco d’acqua”, finanziato dal PSR Campania 2014/2020 Misura 19-19.2.1, nato dal partenariato de Il Cortiglio, azienda vitivinicola e olivicola irpina, Capofila, l’Università degli Studi del Molise e Gal Irpinia, con il supporto della Coldiretti Campania.

L’idea è dell’Ing. Francesco Maria Acampora, Presidente Coldiretti Avellino che, nel 2004 insieme alla moglie e Collega Nadijara, ha lasciato la città per continuare le tradizioni di famiglia a Fontanarosa (AV) e dedicarsi all’’uliveto secolare del nonno con Il Cortiglio, azienda all’avanguardia, prima solo olivicola – con l’Olio extravergine di oliva ICANTE, fiore all’occhiello dell’azienda e ECLA, olio monocultivar di marinese, esclusivamente da olive dagli uliveti secolari e presidio SlowFood dal 2015.
Nel 2008 l’azienda è divenuta anche vitivinicola, caratterizzata da una filosofia di preservazione dell’ambiente, valorizzazione delle tradizioni locali e tutela della biodiversità.
Le produzioni di Aglianico, Taurasi e Falanghina provengono da circa 23 ettari di vigneti coltivati in biologico, seguite, nel 2018, dal Fiano, in allevamento innovativo, con pali in corten e a doppio Guyot capovolto.

Oltre a vinificazioni completamente BIO, l’azienda, con questo innovativo progetto ViteresZero, è impegnata ad ottenere un vino anche a residuo zero per una sostenibilità ambientale e la tutela della salute del consumatore.

In collaborazione con l’Università degli studi del Molise, il progetto ViteRes Zero mira creare un sistema per la coltura ecosostenibile della vite, integrando strategie innovative nella gestione idrica e fitosanitaria e ottimizzando l’utilizzo dei prodotti di origine organica.
“L’intento del progetto – ha chiarito l’Ing. Francesco M. Acampora – è la gestione dei vigneti a residuo zero e l’utilizzo critico delle risorse idriche con l’obiettivo di mettere a punto un protocollo scientifico di gestione che nasce dalle esigenze del territorio. In questo modo, la produzione migliorerà quantitativamente e qualitativamente”.
Dal lato squisitamente scientifico, il prof. Filippo De Curtis, associato di Patologia Vegetale dell’Università degli Studi del Molise, si è concentrato sulla lotta ai patogeni sostenendo che “se qualche anno fa il target principale era il patogeno, in questa nuova fase della lotta biologica la buona e necessaria filosofia è disegnare una strategia di lotta che prenda in considerazione non solo i patogeni ma il miglioramento in generale della pianta (induzione di resistenza vs i patogeni e condizioni nutrizionali), della zona radicale (dare più importanza al microbiota rizosferico), nonché dell’interazione completa patogeno-pianta- ambiente”.
Il presidente del Gal Irpinia, Giovanni Maria Chieffo ha evidenziato “l’importanza di sostenere queste aziende biologiche per rendere i loro prodotti di alta qualità”.
Gennarino Masiello, Coldiretti Campania e Vicepresidente Nazionale Coldiretti: “La sperimentazione fatta presso l’azienda Il Cortiglio è una best practice per tutte le aziende nostre associate”.

In copertina, vigneti a Fontanarosa (AV), credit photo @Il Cortiglio)
CG